Quasi tutte le testate locali hanno dato la notizia dell’avvio del progetto Mugello solidale: sostegno a persone e famiglie in difficoltà, finanziato dalla regione Toscana e gestito dalla rete delle Misericordie del Mugello da alcune Caritas parrocchiali e dal Punto Famiglia Mugello.
Un progetto sociale molto importante per la nostra zona anche perché per la prima volta, molte realtà dell’Associazionismo mugellano lavoreranno insieme per un’iniziativa di aiuto a persone in difficoltà. I dettagli del progetto sono stati ampliamente pubblicizzati.
Ho voluto capire di più e quindi sono andato a trovare il Provveditore della Misericordia di Borgo San Lorenzo Umberto Banchi Ente capofila del progetto.
Nel progetto Mugello solidale quello che abbiamo voluto evidenziare , ci racconta Banchi, è il concetto di rete. Per la prima volta le Misericordie del Mugello si mettono insieme per realizzare un progetto sociale.
Il terzo settore, l’Associazionismo diventa protagonista a tutto tondo degli interventi; non più solo il servizio pubblico.
Accoglienza, ascolto, tutoraggio, accompagnamento reale, condividere un percorso, sono i termini principali ai quali facciamo riferimento.
Oltre a questo, il valore del progetto è perfezionato da azioni per l’educazione alla spesa consapevole attraverso l’accompagnamento sistematico delle persone le quali, come prevedono le linee guida del progetto, devono rimborsare il contributo erogato economicamente, anche tramite varie attività che vanno dalla formazione a lavori socialmente utili.
L’ulteriore particolarità del programma sta nello strutturare un progetto sulla persona vista nella sua complessità e soprattutto il sostegno affinchè la situazione di disagio non si cronicizzi o si aggravi anche favorendo interventi mirati per razionalizzare al meglio le risorse a disposizione.
Mugello solidale è proiettato anche verso il futuro. C’è l’intenzione di strutturarsi stabilmente sul territorio come coordinamento attraverso il mantenimento dei vari centri di ascolto che possono sostenere i servizi sociali locali e andare a identificare sempre più capillarmente quali siano effettivamente le situazioni di disagio sociale.
Monitorare la domanda, ma anche ascolto che orienti sul campo.
Per mantenere attivo questo progetto, naturalmente occorrono nuove risorse economiche e per questo, sono previsti ulteriori contributi di da parte di realtà del profit e non profit.
Banchi alla fine del colloquio ha affermato che, al di la degli interventi tecnici, è il piacere di lavorare insieme per il benessere delle nostre comunità locali un approccio senza dubbio interessante e che forse rappresenta un modello per altri interventi futuri nell’ambito sociale.
Questo progetto ha davvero un’ importanza rilevante in ambito locale e viste le prerogative, mi vengono in mente alcune considerazioni mutuate da
una frase di un padre conciliare Jean Danieleau: “Se ami qualcuno chiedigli qualcosa in cambio” e faccio mie anche le parole di Leonardo Bechetti: Carità, assistenza corrispondono dunque a “dignificazione”, che si realizza quando ci adoperiamo perché il povero, o chiunque si trovi nel bisogno, acquisisca pienezza di diritti e doveri, essendo messo in condizione di svolgere il proprio compito nella società.
In questo caso, secondo me, in questo progetto, la carità si incontra con la giustizia proprio perché produce dignità e contribuisce a superare le discriminazioni.
Ceseri Fabio
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